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Il fotovoltaico italiano all’alba dell’era post incentivo


Quali i modelli di business possibili?


     Tre sono i mondi logici da prendere in considerazione nello sviluppare un modello di business in market o grid parity: i mercati, gli strumenti contrattuali disponibili, i clienti. I mercati sono due: il GSE e il Power Exchange, libero mercato. Il GSE, come detto, è un opzione che per impianti piccoli che accedono al ritiro dedicato può essere comoda: permette di evitare di doversi dotare di una capacità di trading interna o esterna, dato che il trader è il GSE, e garantisce un rendimento buono, dato che il prezzo di ritiro garantito è spesso superiore al PUN. Si tratta di un modello a bassa rischiosità anche se a rendimento contenuto. Altra strada, quella di andare sul mercato libero: gli strumenti che si possono scegliere sono il trading vero e proprio o i contratti bilaterali a lungo termine, cioè i Power Purchase Ageement. 

    Ci si può rivolgere a un trader, a un cliente finale o al mercato. Nel caso del mercato si deve avere un trader o ci si deve dotare di un trader esterno. Questo modello ha più problemi di finanziamento perché in Italia c'è ancora scarsa esperienza in termini di finanza “Full Merchant”; ci si pone come un operatore industriale e non si hanno più le sicurezze del sistema incentivato, che garantivano un accesso al credito quasi illimitato determinato da un mercato garantito e da un trader, il GSE, per definizione “bancabile”. Un'altra opzione ancora, che riduce il rischio, è quella di rivolgersi ad un trader professionista che si pone tra l’operatore fotovoltaico e il mercato.


A livello di costi di investimento, non è ancora presto per poter operare in market-parity?


    Il costo dell'investimento è ancora elevato, ma bisogna ricordare che questo dato è una media dei costi che si trovano sul mercato. Un gruppo sufficientemente organizzato e capitalizzato, che abbia un piano di sviluppo rigoroso e di medio termine, può accedere ai mercati di approvvigionamento con grossi vantaggi rispetto al mercato. La capitalizzazione oggi è molto importante ed è il vero tema da affrontare nel passaggio fra mercato incentivato e market-parity. Combinando questo con una gestione a portafoglio anche sui costi operativi, si può risparmiare tantissimo e arrivare a costi per kWh che permettono la market-parity


Quali sono in questo momento le soluzioni innovative più interessanti per migliorare le prestazioni degli impianti?


    Qui è fenomenale il tema dell'innovazione tecnologica. Fino ad oggi, per migliorare le prestazioni, il FV ha avuto solo sistemi di monitoraggio, per lo più passivi, che si limitavano a registrare e segnalare quanto era già accaduto. La maggioranza degli impianti costruiti in fretta per approfittare del 'Salva Alcoa' sono stati fatti male e sono anche poco manutenuti, dunque i loro risultati sono inferiori rispetto ai business plan finanziati dalle banche. Stanno quindi emergendo dei sistemi di monitoraggio in grado di lavorare in maniera attiva a livello di inverter o di stringa, che recuperano gran parte dell'energia che va perduta per via del funzionamento inefficiente degli impianti, tecnologie che si possono applicare sia su impianti vecchi che nuovi. Un modo per migliorare i volumi di produzione, di grande aiuto per grid e market parity. Altri vantaggi si possono ottenere dal modo di operare sui mercati: si può cominciare ad operare sui mercati infra-giornalieri che, se approcciati con sapienza, permettono di valorizzare meglio la produzione partecipando ai mercati elettrici con un rischio definito e controllabile.

 

 

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